PITTURA CORSARA ALLO STUDIO S
TESTO DI CARMINE SINISCALCO
Questa personale di FLAVIA MANTOVAN, etichettata PITTURA CORSARA, nasce quasi
per caso, dalla visione di opere recenti di questa artista romana, inquieta viaggiatrice con
periodi alternati di soggiorno negli Stati Uniti, ateliers a New York e a Roma, studi e
ricerche in Egitto, trascorsi che l’hanno portata dalla moda, indossatrice a quindici anni,
all’arte, da articoli d’informazione e critica alla militanza diretta, da modella di David
LaChapelle a pittrice, vagante dal glamour dei ritratti iconici di star e personaggi del mondo
della politica e dello sport alle atmosfere da identikit dei mafiosi con cui ha inaugurato il
Museo della Mafia ideato da Vittorio Sgarbi per Salemi in Sicilia e da qui trasferito a
Venezia, alla 54ma Biennale d’Arte. Con incursioni nell’installazione e nella street art,
puntate nel paesaggio, appunti naïf inseriti in composizioni pop, un’insistente e coraggiosa
policromia, una gestualità senza limiti che stravolge il progetto dell’opera in fieri, Flavia
Mantovan sorprende. Passa con facilità dal pennello alla lettura, dalla danza del ventre allo
studio dei geroglifici, dalla serata mondana al pellegrinaggio, dalle luci di una ribalta al felice
isolamento della provincia, dall’amicizia con i più noti galleristi dell’establishment
newyorchese alla solitudine stellata del deserto bianco d’Egitto, Flavia Mantovan si è forse
trovata in questa ricca congerie di personalità diverse e, all’apparenza almeno, felicemente
conviventi, o è probabile che sia invece alla costante ricerca di sé, di un sé che è difficile
individuare e rappresentare, e soprattutto trasmettere agli altri. Vi è riuscita con le opere
presentate in questa occasione che figurativamente sono l’equivalente in chiave ironica degli
scritti corsari di Pasolini, una rappresentazione anche critica del mondo e dei tempi in cui
viviamo, della confusione che ci avvolge, dei tanti condizionamenti che subiamo ? A quanti
vedranno l’esposizione il giudizio. Giudizio che deve essere meditato, non dovuto ad una
rapida visione delle opere ma al loro approfondimento: la pittura di Flavia Mantovan può
infatti all’inizio sconcertare e allontanare ma alla fine trascina quanti in grado di seguire
l’artista nella molteplicità di intenti e visioni che animano le sue tele, quasi matrioske che
diventa contenitori di realtà diverse l’una all’altra sovrapposte. Una cosa è certa: l’opera di
questa corsara dell’arte, come già definita nel passato per la sua libertà di espressione,
assoluta indipendenza ed efficace espressività, dall’artista che l’affianca con le sue inedite
DIVAGAZIONI su carta in questa mostra, Piero Mascetti, è qualcosa di diverso, anche
quando sembra ricalcare percorsi noti, dalla pittura visionaria a quella naïf,
dall’espressionismo alla pop e alla street art, qualcosa di diverso che bisogna scoprire per
apprezzare nel suo giusto valore, e nel suo continuo divenire e rinnovarsi. E’ Flavia
Mantovan.
CARMINE SINISCALCO, luglio 2013
Come un albero che continua a crescere nel tempo produce foglie e frutti anche un
dipinto vivo respira e offre visioni molteplici.
FLAVIA MANTOVAN, luglio 2013
TESTO DI CARMINE SINISCALCO
Questa personale di FLAVIA MANTOVAN, etichettata PITTURA CORSARA, nasce quasi
per caso, dalla visione di opere recenti di questa artista romana, inquieta viaggiatrice con
periodi alternati di soggiorno negli Stati Uniti, ateliers a New York e a Roma, studi e
ricerche in Egitto, trascorsi che l’hanno portata dalla moda, indossatrice a quindici anni,
all’arte, da articoli d’informazione e critica alla militanza diretta, da modella di David
LaChapelle a pittrice, vagante dal glamour dei ritratti iconici di star e personaggi del mondo
della politica e dello sport alle atmosfere da identikit dei mafiosi con cui ha inaugurato il
Museo della Mafia ideato da Vittorio Sgarbi per Salemi in Sicilia e da qui trasferito a
Venezia, alla 54ma Biennale d’Arte. Con incursioni nell’installazione e nella street art,
puntate nel paesaggio, appunti naïf inseriti in composizioni pop, un’insistente e coraggiosa
policromia, una gestualità senza limiti che stravolge il progetto dell’opera in fieri, Flavia
Mantovan sorprende. Passa con facilità dal pennello alla lettura, dalla danza del ventre allo
studio dei geroglifici, dalla serata mondana al pellegrinaggio, dalle luci di una ribalta al felice
isolamento della provincia, dall’amicizia con i più noti galleristi dell’establishment
newyorchese alla solitudine stellata del deserto bianco d’Egitto, Flavia Mantovan si è forse
trovata in questa ricca congerie di personalità diverse e, all’apparenza almeno, felicemente
conviventi, o è probabile che sia invece alla costante ricerca di sé, di un sé che è difficile
individuare e rappresentare, e soprattutto trasmettere agli altri. Vi è riuscita con le opere
presentate in questa occasione che figurativamente sono l’equivalente in chiave ironica degli
scritti corsari di Pasolini, una rappresentazione anche critica del mondo e dei tempi in cui
viviamo, della confusione che ci avvolge, dei tanti condizionamenti che subiamo ? A quanti
vedranno l’esposizione il giudizio. Giudizio che deve essere meditato, non dovuto ad una
rapida visione delle opere ma al loro approfondimento: la pittura di Flavia Mantovan può
infatti all’inizio sconcertare e allontanare ma alla fine trascina quanti in grado di seguire
l’artista nella molteplicità di intenti e visioni che animano le sue tele, quasi matrioske che
diventa contenitori di realtà diverse l’una all’altra sovrapposte. Una cosa è certa: l’opera di
questa corsara dell’arte, come già definita nel passato per la sua libertà di espressione,
assoluta indipendenza ed efficace espressività, dall’artista che l’affianca con le sue inedite
DIVAGAZIONI su carta in questa mostra, Piero Mascetti, è qualcosa di diverso, anche
quando sembra ricalcare percorsi noti, dalla pittura visionaria a quella naïf,
dall’espressionismo alla pop e alla street art, qualcosa di diverso che bisogna scoprire per
apprezzare nel suo giusto valore, e nel suo continuo divenire e rinnovarsi. E’ Flavia
Mantovan.
CARMINE SINISCALCO, luglio 2013
Come un albero che continua a crescere nel tempo produce foglie e frutti anche un
dipinto vivo respira e offre visioni molteplici.
FLAVIA MANTOVAN, luglio 2013
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